sistema antivegetativa e antiosmosi

Sistema antivegetativo e antiosmosi,  regolarmente depositato presso Ufficio Brevetti e Marchi a mezzo domanda AP2009A000001 , zero inquinamento

  Innovativo e rivoluzionario sistema antivegetativo e anti osmosi.

Come funziona:

La protezione impermeabile, una volta  posizionata sotto lo scafo,  viene collegata alle cime di ormeggio, su  tre punti,  due di poppa e uno di prua, per poi essere agganciata ogni volta al rientro in porto, su tutto il perimetro con delle cime elastiche alle varie draglie, passacavi ecc.. Isolando lo scafo dall'acqua esterna,  poi si  aspira la poca  l'acqua rimasta tra lo scafo e la protezione mediante le pompe di presa a mare e del gruppo autonomo inserito nell'apposito alloggiamento della protezione, lasciando la carena praticamente all'asciutto, al riparo da denti di cane, alghe ecc..preservando l'opera viva da fenomeni di osmosi, la resina rimane asciutta pur trovandosi la barca in acqua, pronta a soddisfare i nostri raptus...dell'ultimo momento!

NON OCCORRE PIU' ALCUN TRATTAMENTO ANTIVEGETATIVO ANNUALE, COSTOSO E ALTAMENTE INQUINANTE PER L'AMBIENTE.

Per esperienza personale è stato montato metà gennaio 2010, ad agosto ho dato una raschiatina esternamente alla protezione in quanto si èrano accumulati alghe ecc...senza neppure tirarla sul pontile, traslandola prima da un lato e poi dall'altro ho provveduto ad una sommaria raschiatura.

Una sola persona su di un 6,50, impiega  circa 7-8 minuti a tirare su dal fondo la protezione agganciandola progressivamente da prua verso poppa con le cimette elastiche in modo che l'acqua defluisce già da sola, per poi sollevare anche il lembo di poppa e isolare completamente lo scafo dall'acqua circostante.

 

PRIMA DELLA PARTENZA BASTA UN MINUTO per mollare tutte le cimette, facendo rientrare l'acqua tra scafo e protezione, e poi con il suo peso stesso affonda insieme alle cime di ormeggio.

 

Dalla foto sottostante si vede la forma della protezione realizzata con un telo IMPERMEABILE  (con resistenza 250 kg.per cm/q) dove al centro nell'accoppiamento rimane una tasca su tutta la lunghezza, che ospita il gruppo aspirante.

 

 

Come viene aspirata e rigettata in mare la poca acqua rimasta , la pressione dell'acqua di mare circostante fà aderire il telo alla chiglia progressivamente dal basso verso l'alto lasciando l'opera viva all'asciutto.

Nel periodo estivo,in cui ho utilizzato maggiormente la barca,  sinceramente al rientro in porto non ho provveduto neppure ogni volta ad aspirare e rigettare l'acqua rimasta tra scafo e telo, in quanto come tutti sanno i DENTI di cane si aggregano proveniendo dall'esterno, pareti del molo ecc... e con circa 1 quintale di acqua rimanente non si generano. Inoltre rimanedo al buio non si generano neppure le alghe marine sull'opera viva Tanto che a  tre anni da inizio utilizzo mi ritrovo la chiglia più pulita degli anni precedenti,  senza alghe, denti di cane e con meno vecchia antivegetativa ancora attaccata, permettendomi di uscire anche se sporadicamente,  nei mesi invernali.

  

 

 Dalle foto sopra,si vede le condizioni della chiglia in occasione di alcuni lavori che devo fare al motore principale e ausiliario, le foto sono state scattate il 09/02/13 a tre anni di distanza dal varo del 2010, come si vede risulta priva di alghe e denti di cane.

  

 

 

 

 Qui sotto il gruppo aspirante che racchiude la pompa con relativo galleggiante automatico, in modo che in caso di pioggia,  l'acqua che scola sullo scafo viene aspirata e evacuata automaticamente.

 

 

 

Alcune considerazioni in merito:

Come tutti sapete i denti di cane e le alghe, riescono ad appesantire, diminuire lo scivolamento della barca sull'acqua, da aumentarne il consumo di carburante di circa il 40 per cento.

Chi possiede una barca, anche di piccole dimensioni, lo sà bene: una delle opere di manutenzione obbligatoria consiste nel rimuovere periodicamente l' accumulo delle "irriducibili" incrostazioni biologiche che si formano sotto lo scafo.

Queste colonie acquatiche non solo si insediano sulle superfici sommerse delle imbarcazioni ma finiscono con l' intasare condutture e tanti altri impianti subacquei, prese a mare, scambiatori di calore ecc....

Solo all' industria marina mondiale il costante controllo di questo "cocktail" biologico viene a costare milioni di euro all' anno.

Ma quel che più conta, in un' epoca di rinnovato rispetto ambientale, e' che le tecnologie utilizzate per l' operazione comportano tutte un notevole scotto per l' ecosistema: e' pratica comune, infatti, l' impiego di vernici antivegetative a base di sostanze fortemente tossiche come metalli pesanti, ossido di rame ecc.. che , disperse in mare, finiscono col diventare letali per molti organismi marini, e come riscontrato da recenti studi, modificano geneticamente anche la sessualità di alcuni.

Specialmente nel settore della nautica da diporto, composta nella maggior parte da piccole imbarcazioni a vela e a motore, queste barche vengono utilizzate per brevi periodi, solitamente nel periodo estivo, per poi rimanere ormeggiate per mesi, venendo letteralmente “colonizzate” da alghe ecc...

Tanto che prima della nuova stagione si è obbligati comunque a rimuovere le incrostazioni e l'antivegetativo rimasto dell'anno precedente, e a ridare nuovamente lo strato di antivegetativo, con un notevole dispendio economico e di tempo.

In proposito è stato attuato il regolamento (CE) n. 782/2003 del Parlamento europeo e del Consiglio del 14 aprile 2003 concernente il divieto di uso di vernici antivegetative a base di composti organostannici che agiscono come biocidi attivi sulle navi battenti bandiera o operanti sotto l'autorità di uno Stato membro dell'Unione e sulle navi in entrata o uscita dai porti di uno Stato membro, entrato in vigore il 10 maggio 2003;

Tale soluzione risulta pertanto molto pratica, veloce e la si può utilizzare ogni volta che si rientra in ormeggio, specialmente dopo il periodo di maggior utilizzo, quando la barca dovrà restare inattiva per un maggiore periodo, a quanti di noi sarà capitato in una stagione per impegni improrogabili, condizioni meteo avverse, impegni familiari di utilizzare la barca solo per 3-4 uscite all'anno, ma i costi di manutenzione restano uguali, anzi aumentano...

Per le  imbarcazioni sia a vela che a motore, si pùo fare a meno di utilizzare gli antivegetativi, e considerando la stragrande maggioranza di tali imbarcazioni, si può evidenziare il notevole vantaggio per l'ambiente.

Si fà notare inoltre, nel caso dopo lunga permanenza in acqua si venissero a formare esternamente alla protezione delle composizioni organiche, basterà toglierla, distenderla su di una superficie e pulirla, senza l'utilizzo di manodopera specializzata, gru e prodotti chimici.